La celiachia e il costo della salute: ma quanto ci costa?

Celiachia e costo della salute. L’impatto della celiachia sulla vita quotidiana va oltre la semplice rinuncia ai piaceri culinari più comuni. Per i celiaci italiani, la sfida si estende anche al portafoglio, con il costo sempre più elevato dei prodotti senza glutine.

Il costo della salute

Secondo uno studio condotto dall’associazione dei consumatori Assoutenti in collaborazione con il Centro di Formazione e Ricerca sui Consumi (C.R.C.), il prezzo medio dei prodotti senza glutine è aumentato del 73% rispetto ai loro equivalenti tradizionali. Questo incremento significativo riflette una tendenza allarmante, con un’impennata dei prezzi negli ultimi anni.

Analizzando un paniere di 10 prodotti alimentari venduti nelle principali catene della Grande Distribuzione Organizzata, è emerso che i prezzi dei cibi e delle bevande senza glutine hanno subito un aumento medio del 10% negli ultimi tre anni. Questo dato preoccupante mette in luce una realtà difficile da ignorare per coloro che devono seguire una dieta senza glutine.

Le differenze di prezzo diventano ancora più evidenti quando si confronta il costo al chilo dei prodotti senza glutine con quelli tradizionali. A parità di marca, il costo medio dei prodotti senza glutine nel paniere esaminato è aumentato, come dicevamo, del 73%. 

Questo significa che fare colazione con fette biscottate senza glutine può costare fino al 257% in più rispetto alle versioni tradizionali, mentre un piatto di pasta senza glutine può avere un costo aggiuntivo del 110%.

Ma quali sono le cause di questo aumento dei prezzi? Innanzitutto, la produzione di alimenti senza glutine richiede processi di lavorazione e ingredienti specifici, che possono essere più costosi rispetto ai loro corrispettivi tradizionali. Inoltre, l’aumento della domanda di prodotti senza glutine ha contribuito a una maggiore commercializzazione e diversificazione di tali prodotti, spingendo i produttori a stabilire prezzi più elevati.

Un mercato in crescita

Il presidente del C.R.C., Furio Truzzi, sottolinea che il mercato dei prodotti senza glutine è in costante crescita in Italia, con un giro d’affari che ha superato i 400 milioni di euro nel 2023, registrando un aumento del 6% annuo. Questo aumento della domanda è evidenziato anche dal fatto che il 21% degli italiani acquista e consuma abitualmente prodotti senza glutine, nonostante non ci sia necessariamente un’intolleranza o un’allergia.

In conclusione, sebbene i prodotti senza glutine siano diventati sempre più accessibili, rimangono ancora un lusso per molti celiaci italiani. Il costo aggiuntivo può rappresentare un onere significativo per coloro che devono seguire una dieta senza glutine, mettendo in discussione l’equilibrio tra salute e finanze per coloro che vivono con questa condizione. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della celiachia in rapporto al costo della salute e promuovere politiche volte a rendere i prodotti senza glutine più accessibili e convenienti per tutti.